Considerando gli ultimi 10 anni (dal 2010 al 2019) infatti sono 19 le città italiane che hanno superato i limiti 10 volte su 10. Il Veneto è una delle regione più esposte, alla faccia dei miglioramenti su scala globale della qualità dell’aria. E’ questo il dato che emerge chiaramente dalla classifica in negativo delle città che hanno superato il limite di legge del PM10 in atmosfera negli ultimi 10 anni. Su 19 città capoluogo che fanno l'en plein a livello nazionale, il Veneto guadagna la prima posizione per numero di capoluogo “malati cronici” con ben 6 città che per tutto il decennio hanno superato i limiti di legge, seguono la Lombardia e l’Emilia Romagna con 5 città ciascuna. A dimostrazione di come nonostante il trend in calo degli ultimi anni, ci sono città che rimangono malate croniche di inquinamento atmosferico e che, dati alla mano, non sembrano affatto capaci di poterne uscire.
VICENZA “MALATA” DA DIECI ANNI
Scendendo poi nel dettaglio dell’analisi regionale si può notare come in tutte le città l’aria respirata nel corso del 2019 è malsana per oltre 100 giorni l’anno, quasi un giorno su tre, in cui il PM10, nel periodo invernale, e l’ozono, nel periodo estivo, superano il limite di legge. E l’inizio del 2020 non prospetta nulla di buono.
Nelle prime tre settimane del 2020 Treviso ha superato per 19 giorni i limiti di PM10. Ma in tutte le Città si soffoca: a Venezia e Padova i giorni di superamento sono 18, segue Vicenza con 17. Male va anche Rovigo e Verona con 15 giorni di superamento dei limiti di legge.
«In questo contesto - commenta il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro - non possiamo che rimanere stupiti dalle continue dichiarazioni di questi giorni da parte di Sindaci e Amministratori pubblici che giocano a confezionare fake news strumentalizzando dati e informazioni parziali per giustificare l’assenza coraggio e di una visione programmatoria a medio e lungo termine. Se infatti il riscaldamento a biomasse a livello regionale e nazionale incide molto sull’emissioni di Pm10 primario, a livello urbano è il traffico il settore maggiormente impattante. La smettano di sostenere il contrario».
LA STRAGE SILENZIOSA
Secondo l’Agenzia Ambientale Europea (EEA) l’inquinamento atmosferico continua ad avere impatti significativi sulla salute della popolazione europea, in particolar modo per i cittadini delle aree urbane. Gli inquinanti sotto osservazione, in termini di rischio per la salute umana, sono le polveri sottili (Pm), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3). Lo smog è la causa di molte più morti premature del fumo di sigaretta o degli incidenti stradali eppure sembra non esserci una strategia. A pagarne le conseguenze, come sempre, sono i cittadini.